Lo scopo dell’ apprendimento è la crescita, e la nostra mente, a differenza del nostro corpo, può continuare a crescere fintanto che continuiamo a vivere.
Mortimer J. Adler
La neuropedagogia
Generata dall’incontro tra neuroscienze e insegnamento, la neuropedagogia è una scienza emergente che, attraverso studi e ricerche interdisciplinari, confronta le più recenti scoperte sul funzionamento del cervello umano, al fine di modificare significativamente i processi di insegnamento e di apprendimento.
Sulla base di queste scoperte si fa strada la necessità di una profonda trasformazione degli attuali metodi di insegnamento e di apprendimento.
Lo sviluppo del cervello è in gran parte un processo che dipende, oltre che da un programma genetico, dall’esperienza, sia in termini positivi sia negativi.
L’azione educativa orientata a sviluppare le capacità esistenti o a crearne di nuove è dunque il perno intorno al quale ruotano studi e ricerche bio-neuropedagogiche.
Queste hanno dimostrato abbondantemente l’importanza di poter disporre (anche “costruendoli”, come nell’atto educativo) di stimoli “coinvolgenti” in grado di modificare biochimicamente le reti neuronali dell’individuo ( Montessori).
Il concetto neuropedagogico di educazione riguarda dunque non solo la formatività dell’Uomo, ma anche la sua educabilità neuronale intesa in termini biologici di plasticità.
In una prospettiva antropologico-evoluzionist
Che consente agli individui di maturare ed emettere comportamenti adattivi all’ambiente e ai vari cambiamenti ambientali, spesso rapidi, garantendo il mantenimento in vita dell’organismo e il passaggio con successo alle generazioni future.
L’apprendimento così inteso, oltre che essere un garante dell’evoluzione della specie ribadisce ancora una volta che il soggetto che apprende e il suo ambiente, sono da intendersi come un’ unità di apprendimento.
L’apprendimento è un complesso processo mediante il quale gli individui acquisiscono, elaborano e trasformano nuove conoscenze.
Pur essendoci circa una decina di teorie sull’apprendimento, le più “accreditate”, soprattutto per le ricadute didattiche, sono quelle di matrice comportamentiste e cognitivististe.
Accanto a queste si colloca quella fenomenologica-umanistica che considera l’apprendimento come un fatto globale che interessa l’individuo.
La sua personalità viene coinvolta in questo processo non solo a livello cognitivo, ma anche emotivo ed affettivo.
L’ Apprendimento dunque collegato al bisogno di crescita individuale è in grado di ristrutturare la personalità di chi apprende.
Apprendere significa acquisire conoscenze (esperienze) in grado di modificare in maniera duratura i comportamenti di un organismo.
Tutti i professionisti che si occupano di apprendimento, primi fra tutti gli insegnanti, quotidianamente sperimentano che esso è influenzato da fattori affettivi, relazionali, emozionali, stress acuti e cronici; gli stessi fattori che influenzano la funzionalità immunitaria e, in ultima analisi, la salute.
Se è vera l’unità organismo-ambiente, lo è altrettanto l’impossibilità di separare l’organismo dal suo ambiente.
All’interno del quale esso si organizza e vive le quotidiane esperienze che, contribuiscono a plasmare il cervello umano provocando l’attivazione di determinati circuiti neuronali.
Consolidando sinapsi preesistenti o creandone di nuove.
Per concludere si può, aggiungere che la neuropedagogia dà prova di essere molto efficiente nello stimolare la capacità di memoria dei ragazzi.
Infatti se si uniscono per esempio nell’analisi di un testo le idee ai ricordi personali, utilizzando anche le mappe mentali, il cervello stabilisce delle connessioni più rapide e trattiene più facilmente le informazioni.
Illustrazione Maricarmen Maldonado